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Hey, consulente marketing, ti piacerebbe vivere in un mondo fatto di nuvole rosa, nel quale le aziende non incontrano mai momenti di crisi, la tua squadra del cuore vince sempre e il risotto non scuoce davvero mai? Purtroppo non è così: la tua squadra non vince sempre, anzi, talvolta non vince proprio mai, il risotto scuoce nel giro di 2 secondi e sì, le aziende – tutte quante – possono incontrare piccole e grandi crisi lungo il loro percorso. E se questo è stato sempre vero, lo è ancora di più da una decina di anni a questa parte, dall’inizio della recessione finanziaria in poi. Dal 2008 in avanti, infatti, la parola ‘crisi’ ha subito un grande revival, è finita sulla bocca di tutti, e mica a caso. Temuta, dapprima sottaciuta e più avanti al contrario sbandierata, la crisi è stata la protagonista incontrastata dell’ultimo decennio delle aziende nazionali e non solo. Ma in quanti, dopo questi durissimi allenamenti, hanno capito davvero come si gestisce una crisi aziendale?

Alcuni preziosi consigli per uscire da un periodo di crisi

Beh, di certo un consulente che si propone di far crescere un’impresa deve essere anche in grado di affrontare la gestione delle crisi senza indietreggiare, petto in fuori e barba al vento, pronto a trovare di caso in caso le soluzioni migliori.

Vuoi imparare anche tu qual è l’approccio migliore per la gestione delle crisi? Fai bene, anche perché non sono solamente i problemi di tipi finanziario a determinare la fine di un’azienda. Talvolta, infatti, sono proprio dei comportamenti sbagliati durante un periodo di decrescita a mettere a repentaglio un’impresa!

La tripletta fondamentale della gestione delle crisi

In questo post ti darò alcuni consigli circa la gestione delle crisi aziendali, alcuni più generali, altri più precisi e dettagliati. Voglio però partire con una tripletta iniziale di consigli davvero indispensabili, i veri e propri must have della gestione delle crisi che spesso e volentieri si danno per scontati – quando invece non si dovrebbe.

  1. Prima di tutto, il tempismo è essenziale: per fermare in tempo una crisi e cambiare rotta è fondamentale intervenire il prima possibile, ovvero quando la fase di decrescita è nella sua fase iniziale. Ci vuole dunque occhio per i dettagli, per quei particolari che un imprenditore accorto non dovrebbe mai sottovalutare.
  2. Il secondo step – che in molti saltano a piè pari, e i risultati si vedono – è quello di confrontarsi subito e direttamente con il soggetto principale dell’impresa, ovvero i lavoratori. In questa fase, i rappresentanti dei lavoratori o altre figure esterne infatti non servono: quello che serve all’impresa è invece sentire la voce diretta dei dipendenti, la vera anima del business.
  3. Il terzo e conseguente consiglio è quello di iniziare il processo di gestione della crisi a partire proprio da un maggiore sforzo di coesione con il personale, evitando ogni tipo di conflitto interno. Un’impresa deve essere prima di tutto una comunità, anche e soprattutto durante una fase di decrescita, per essere pronta a fare propria la determinazione dell’imprenditore che ha voluto rendere partecipi i dipendenti del momento difficile – ma superabile.

Innovare l’azienda per invertire l’involuzione

Ecco, quelli appena citati sono i prodromi fondamentali della gestione della crisi. Per appianare e quindi invertire la decrescita, però, serve ben altro. Prima di tutto, ci vuole una certa dose di creatività, e questo vale anche per le imprese situate in settori nei quali il pensiero fuori dagli schemi non sembra nemmeno esistere. Per riuscire a trasformare una crisi aziendale in un momento di crescita bisogna dunque puntare sull’innovazione, su soluzioni nuove e inaudite sia per la propria azienda che per i propri clienti, cercando in caso anche nuove promettenti fette di mercato fino a quel momento inesplorate. Pensare fuori dagli schemi, in questo senso, aiuterà l’azienda non solo ad avere maggiori possibilità di uscire dal momento di crisi, ma anche a preparare una successiva crescita rapida nel momento in cui il mercato di riferimento sarà tornato vitale e favorevole.

Ottimismo, certo, ma con un filo di pessimismo

In una situazione di crisi aziendale l’imprenditore deve ergersi a punto di riferimento sia per i clienti che per i dipendenti. I primi dovranno guardare all’azienda come a un supporto insostituibile; gli altri, invece, dovranno guardare al titolare come a un capitano in grado di traghettare l’azienda verso acque più sicure e felici. Attenzione però: essere sicuri non vuol certamente dire essere ingenuamente ottimisti senza alcun motivo concreto. Anzi, di fronte ad una crisi aziendale è necessario lasciare un pò di spazio anche ad un controllato pessimismo, dandosi quindi il tempo per immaginare gli scenari peggiori in cui ci si potrà trovare, così da poter creare un piano ad hoc per arginare i danni che si potrebbero presentare. Insomma, in tempo di crisi le aziende devono guardare verso la luce, ma allo stesso tempo devono anche prepararsi al peggio.

Risolvere i problemi che hanno fermato la crescita

Tutte i processi di gestione delle crisi devono contemplare una fase iniziale di individuazione delle problematiche: se non si risolvono le falle che rallentano e cercano di affondare l’impresa, infatti, non si può sperare di tornare a sfrecciare nel vento. Anche in questo caso è fondamentale poter contare sulla piena collaborazione dei dipendenti al completo, i quali talvolta vantano dei punti di vista che né i titolari né il management possono arrivare ad avere.

Tagliare le spese superflue

Di certo l’austerity non è la soluzione a tutti i mali, anzi, ma non c’è dubbio che una più accorta amministrazione delle finanze aziendali è d’obbligo in caso di crisi. In queste situazioni si rende così necessario tagliare le spese superflue e i costi eccessivi, così da creare immediatamente una fetta di risparmio che, in determinate situazioni, equivale a una indispensabile boccata di aria fresca.

Ecco, questi sono i principali consigli validi per qualsiasi tipo di azienda, in qualunque settore. In chiusura, voglio sottolineare nuovamente che, per uscire indenni dalle crisi, è necessario essere prima di tutto coesi, coinvolgendo i collaboratori in ogni singolo passaggio verso la rinascita dell’impresa.

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