Il canale Telegram ufficiale di Alessandro Mazzù

La settimana scorsa abbiamo visto insieme come individuare i tuoi punti di forza per migliorare il tuo personal branding. Oggi faremo un lavoro simile ma contrario, volto cioè a scoprire quali sono le tue debolezze. Perché mai dovresti perdere tempo a individuare i tuoi punti deboli? Perché suvvia, diciamolo, è senz’altro bello pensare alle cose che ci vengono bene, e che anzi, sappiamo fare meglio degli altri. Non è altrettanto piacevole, invece, pensare alle cose che non sappiamo fare, alle situazioni che non sappiamo gestire, ai piccoli e grandi fallimenti che abbiamo conosciuto in passato.

Eppure nella nostra vita quotidiana, di tanto in tanto, richiamiamo alla mente quelli che sono i nostri limiti. Ma non lo facciamo certo con un fine costruttivo, anzi: quando citiamo le nostre carenze lo facciamo tendenzialmente per criticare il nostro operato, o ancora, e soprattutto, per rimuginare su errori passati, per qualcosa che può sembrare puro autolesionismo.

Io ti propongo invece di pensare ai tuoi punti deboli in modo costruttivo, per capire qual è il tuo focus e quindi per costruire in modo davvero efficace e coerente il tuo personal branding. Se non ti è chiaro questo passaggio, o sei una persona particolarmente smemorata, o non hai letto l’altro post, quello dedicato per l’appunto ai punti di forza; in entrambi i casi, ti consiglio di andare su quella pagina, e subito dopo di tornare qui, per completare questo piccolo percorso verso la costruzione del tuo brand personale.

Prima di iniziare a capire come individuare le tue carenze, va sottolineato che ci possono essere tantissimi punti deboli di cui non ci deve interessare più di tanto. Pensa per esempio a una persona che non ha un minimo orecchio per la musica, ed è intonata quanto una padella che cade per le scale. Quella debolezza potrebbe certamente essere un limite se quella persona volesse intraprendere una carriera nella musica, se volesse entrare in un gruppo rock o se frequentasse delle persone che, come interesse principale, hanno proprio la musica. Ma se quella persona non fosse affatto interessata alla musica, se svolgesse un lavoro che nulla ha a che fare con il mondo delle note, e se nel suo gruppo di conoscenze si pensasse a tutt’altro (allo sport, alla cucina, ai viaggi) beh, quel difetto non avrebbe alcuna rilevanza concreta. 

Insomma, ci sono punti deboli importanti e punti deboli meno importanti, anche a prescindere da quella che è la specifica carenza. Su alcuni è necessario lavorare. Altri, invece, possono essere lasciati così come sono: l’importante è sapere che esistono, per non incasinarsi da soli. Meglio sapere, insomma, di soffrire di vertigini prima di affrontare la scalata di una parete rocciosa strapiombante. Si può sempre migliorare, certo, ma non è nemmeno male conoscere le proprie attitudini per intraprendere prioritariamente le strade che ci possono portare risultati positivi. Come dicono gli specialisti della selezione del personale, infatti, “i tacchini possono imparare ad arrampicarsi sugli alberi, ma se si prende uno scoiattolo avrà sicuramente molto più successo”.

Detto questo, cerchiamo di capire quali sono le tue debolezze. Il primo passo è piuttosto scontato: dovresti semplicemente pensare a quelle che sono le tue debolezze ‘note’. Sicuramente ne hai una bella manciata, senza scervellarti troppo: questo perché di fatto tendiamo a essere più consapevoli rispetto alle nostre carenze rispetto a quando lo siamo in merito ai nostri punti di forza. I nostri limiti, da un certo punto di vista, si delineano in modo più netto rispetto ai nostri punti di forza. Hai pensato a quali sono le tue debolezze più esplicite, quelle di cui sei già assolutamente consapevole? Bene, prendi nota: il nostro obiettivo, da qui in poi, sarà quello di ingrossare un po’ le fila di quel gruppetto più o meno sparuto.

Pensa ora alle occasioni in cui ti è capitato di lavorare in squadra. Non limitarti alle sole ultime occasioni: pensa a tutte le volte in cui ti sei ritrovato in un team, cercando di raggiungere un obiettivo condiviso. Che ruolo ti sei ritagliato in quelle squadre? E quale tipo di ruolo hai invece sempre evitato in questi casi?

Andiamo avanti, e andiamo un po’ più in profondità. Pensa a un ostacolo, a un qualcosa che si pone tra te e il tuo obiettivo personale o professionale. Quale fattore potrebbe portarti a una probabile resa? Cosa, insomma, ti convincerebbe a mollare le armi e a ritirarti, uscendone sconfitto? Un carico troppo pesante di lavoro? L’ipotesi di dover parlare in pubblico? La possibilità di dover fare un investimento economico senza la certezza di un ritorno?

Ecco, ora torniamo alla realtà. Non immaginare un ostacolo astratto: pensa invece a qualcosa che ti ha già ostacolato in passato. Meglio ancora: pensa a quello che è stato il tuo più grande fallimento, e pensa a quale è stato il fattore che ti ha portato alla sconfitta. Quella determinata cosa potrebbe portarti nuovamente, anche oggi, al medesimo nefasto risultato?

Infine, dovresti chiedere ad altre persone quali sono, a loro avviso, i tuoi punti deboli. Non è sempre facilissimo trovare un buon numero di persone che potranno aiutarti in questo senso: hai bisogno di persone che ti conoscano bene, che siano assolutamente sincere – senza temere di ferirti – ma non eccessivamente brutali. Insomma, non chiederlo al collega di lavoro con cui non sei mai stato in sintonia e con cui hai avuto spesso da ridire: spinto da una certa acrimonia nei tuoi confronti potrebbe calcare troppo la mano, individuando dei punti deboli che in realtà non hai affatto. Ma non chiederlo nemmeno alla tua nonnina, che molto probabilmente sarà convinta di avere un nipote perfetto, pronto per essere eletto Presidente della Repubblica.

Dopo che avrai ‘intervistato’ i tuoi conoscenti – amici, colleghi, parenti – potrai aggiungere anche i punti deboli da loro proposti. Molto probabilmente ripeteranno alcune delle debolezze che hai già individuato, ma quasi sicuramente ti diranno anche qualcosa di nuovo.

Bene: ora hai due liste, una dei tuoi punti di forza e un’altra dei tuoi punti deboli. Questa è la base di partenza per individuare il tuo focus, e quindi per costruire il tuo personal branding: non ti resta che pensare alle tue passioni e, ovviamente, alle tue competenze!

Share This