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L’ho già detto altrove (su queste pagine, nei miei podcast, nei miei corsi, nel mio libro dedicato al personal branding): per iniziare a sviluppare il proprio personal branding, ancora prima di mettersi al lavoro sul proprio sito web, sui propri social, sul proprio abbigliamento e via dicendo, è necessario concentrarsi sul proprio focus, e quindi, immediatamente dopo, sui propri punti di forza. E, va da sé, anche sulle proprie debolezze.

Sembra facile, ma non lo è per niente. Perché investiamo un sacco di tempo nel pensare a cosa mangiare stasera, a cosa avremmo potuto rispondere a quel cliente saccente durante quella discussione dell’altro ieri, al perché ordiniamo pizze tonde per poi mangiarle a triangoli. Nonostante tutto questo tempo sprecato in pensieri leggeri se non del tutto superflui, non perdiamo nemmeno un minuto a pensare seriamente ai nostri punti di forza, quelli veri ed effettivamente spendibili.

È una cosa generalizzata: non è un caso se i recruiter, durante i colloqui di lavoro, si trovano sempre nella situazione paradossale di mettere in imbarazzo i candidati con le domande – di per sé – più semplici del mondo, ovvero – per l’appunto – «quali sono i tuoi punti di forza?» e «quali sono le tue debolezze?».

Insomma, i recruiter non stanno spiazzando il candidato con una domanda assurda sull’idrografia del Myanmar o sulla vecchia teoria dei quanti. Sono al contrario dei quesiti facilissimi, che si concentrano sulla persona che il candidato dovrebbe conoscere di più al mondo: sé stesso. Un alieno non riuscirebbe in alcun modo a comprendere la difficoltà del candidato, i secondi di silenzio, lo spasmodico giocherellare con i polsini della camicia nel trovare una risposta idonea. Eppure è proprio così: queste domande, nella maggior parte dei casi, aprono una mezza crisi durante il colloquio di lavoro. O non si sa rispondere, o si risponde sempre con le solite frasi fatte, che i recruiter ascoltano uguali di giorno in giorno.

Conoscere i propri punti forti e i propri punti deboli, come anticipato, non è però importante solamente per chi è alla ricerca di un nuovo lavoro, ma anche per chi si appresta a costruire il proprio personal branding in modo efficace. Il perché è subito spiegato: sviluppare un brand personale significa individuare le proprie unicità e comunicarle agli altri in modo coerente, così da convincere il proprio pubblico delle proprie capacità, svettando sopra ai propri concorrenti. E, ovviamente, i propri punti di forza sono i principali aspetti su cui fare leva.

Ma cosa sono i punti di forza? Ebbene, si può affermare che questi sono un mix di abilità, di talento e di conoscenza, sono delle doti che ci permettono di svolgere al meglio determinate attività e di affrontare efficacemente specifiche sfide, in modo da poter raggiungere i nostri obiettivi professionali e personali. Essere in grado di individuare in cosa si eccelle, quali sono le attività in cui riusciamo a fare meglio degli altri senza particolari sforzi, ci può aiutare a capire su cosa puntare nella nostra professione: lo studente che per anni, durante le scuole superiori, ha preso ottimi voti in matematica e valutazioni mediocri in lettere, non dovrebbe pensarci due volte a optare per un corso di laurea in ingegneria o in statistica piuttosto che per un corso in filologia romanza o in letterature comparate. Fin qui non ci sono dubbi, no?

Così dovrebbe funzionare anche nella vita reale. Il problema è che, nella nostra normale vita personale e professionale, non abbiamo un board di professori intenti a valutare le nostre diverse capacità e i risultati raggiunti. No: non c’è nessuno pronto a individuare in modo preciso i nostri punti di forza, dobbiamo farlo noi, attraverso quello che potremmo definire come un breve percorso di consapevolezza. Al termine di questo percorso – che non prevede meditazioni, incensi o sedute di yoga, sia chiaro – avrai ben chiari quali sono gli strumenti principali nella tua borsa degli attrezzi. E sì, potresti guadagnare – laddove mancanti – un pò di punticini per quanto riguarda l’autostima.

Ecco quindi che, per trovare i tuoi punti di forza, dovresti fare un po’ come quel team di marketing che si mette seduto a un tavolo, intorno all’oggetto da promuovere, in cerca dei suoi aspetti migliori, da stampare in bella vista sul packaging e negli spot televisivi. Devi cercare, insomma, di guardarti dall’esterno, partendo magari dal tuo passato, professionale e accademico. Qual è stato il tuo maggior successo? In quali situazioni ti sei distinto tra tutti, portando a casa un risultato superiore a quello degli altri? Ecco, concentrati su questi momenti, e cerca di capire cosa ti ha spinto, in quelle occasioni, verso il successo. E prendi nota!

Ora pensa a come ti vedono le altre persone con cui lavori o hai lavorato. Pensa quando e perché queste persone si affidano a te, e pensa in particolare a quale ruolo hai o hai avuto all’interno dei vari team di lavoro. Perché sei stato scelto proprio tu per assolvere a quei compiti? E ci sei riuscito? Di nuovo, prendi nota.

Pensa adesso alle avversità. E qui intendo a qualsiasi avversità, a tutti gli ostacoli che ti si sono messi di fronte negli ultimi anni, nella vita personale come in quella professionale, per arrivare fino al sentiero interrotto da una frana durante quella gita in montagna con gli amici, o magari a quella volta in cui, entrando nell’azienda del nuovo cliente per un meeting, ti sei accorto di aver lasciato le chiavetta usb con le slide in ufficio. Ecco, pensaci un po’: come hai reagito di fronte a queste situazioni? Quali abilità hai messo in campo per provare a superare quegli ostacoli? Ci sei riuscito? Ci sei andato minimamente vicino? A questo punto, bada bene, conta sì il fatto che tu sia stato o meno in grado di avere la meglio su un problema, ma contano soprattutto le scelte che hai fatto, a prescindere dal successo o dal fallimento.

Ora dovresti avere già qualche idea sui tuoi principali punti di forza. Ma puoi fare di più, per selezionare i tuoi punti di forza principali. Pensa per esempio a quali sono le capacità sulle quali tendi a fare affidamento in modo frequente durante le tue attività quotidiane. Non darti limiti. Quando lavi i piatti sei veloce o lento (e preciso)? Quando guidi in mezzo al traffico, tendi a perdere le staffe a ogni incrocio, o sfrutti la situazione per ascoltare un podcast? Quando arriva il tuo turno al gate all’aeroporto, ti fai trovare con biglietto stampato, passaporto aperto e valigia perfetta, oppure blocchi la fila perché non trovi il documento di identità, perché il biglietto è spiegazzato e perché la tua valigia è troppo grande? Insomma, pensa alla tua vita normale, ai fatti di ogni giorno, ed elenca tutti i punti di forza che vengono alla luce più di frequente.

Per tutto il resto… beh, quelli potrebbero essere proprio i tuoi principali punti deboli. Ma su questi ultimi torneremo la prossima settimana, con un post dedicato da cima a fondo alle tue debolezze: per ora prendi un foglio, e scrivi nero su bianco quelli che sono i tuoi principali punti di forza. Scrivine 5, né troppi, né pochi, e nei prossimi giorni sforzati per capire se sono davvero quelli i tuoi punti forti, interrogando eventualmente a riguardo partner, amici, parenti e colleghi.

Ci vediamo la settimana prossima per scovare i tuoi punti deboli! (No, non sarà brutto come potrebbe sembrare!)

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