Il canale Telegram ufficiale di Alessandro Mazzù

Millennials?
Famiglie?
Imprenditori?
Senior?
Persone altamente digitalizzate?
Gente che non sa nemmeno accedere a Facebook (fagli leggere il mitico Aranzulla!)?

A quali persone parla il tuo brand o quello del tuo cliente? Non lo sai? Come si dice sui social, in modo scherzoso, sallo. Sì, perché prima dei contenuti, prima dei canali, prima della strategia, prima pure del budget, prima di tutto ci sono loro: le persone.

Il 10 giugno, in occasione di #BeachAndLove, nel mio intervento ho provato a parlare di come ragionare in ottica “user first” nelle nostre strategie social. Qui, visto che non ho il timer che mi pende sulla capoccia pelata a mo’ di spada di Damocle, voglio approfondire l’argomento con una sorta di decalogo sull’importanza delle persone per un brand.

Prima, però, beccati le slide di #BeachAndLove.

 

 

Le 10 cose che ogni brand dovrebbe ricordare sulle persone

1. Le persone contano, ma non sono numeri.
L’azienda che sta lì a fare il conteggio del numero di fan a me, sinceramente, fa davvero ridere. E te ne ho già parlato qui. L’azienda seria si concentra, piuttosto, sulla qualità delle persone, su come raccogliere seguaci di valore, su come trasmetter loro i propri valori. Su come creare una community virtuosa.

2. Le persone determinano il canale; non il contrario.
L’azienda non deve scegliere il canale pensando di plasmarlo sulla base del proprio pubblico. Deve invece scegliere il canale pensando al pubblico che vuole raggiungere. Sono le persone a determinare la natura del canale e i messaggi che il brand dovrà diffondere all’interno di quello spazio.

3. Le persone determinano il messaggio.
L’azienda deve elaborare la sua comunicazione a partire dal target che vuole raggiungere. Se il pubblico di riferimento è eterogeneo, l’azienda potrà utilizzare un tono di voce e un linguaggio tecnico; viceversa, dovrà parlare in modo semplice, semplicissimo.

Il messaggio si va a plasmare sulle persone. Non sono le persone che devono adattarsi al messaggio.

4. Le persone rendono le strategie social fluide ed elastiche.
Perché anche se il brand comunica a partire dallo studio delle sue buyer personas, queste nel tempo possono cambiare. Possono evolversi, sviluppare nuove esigenze, maturare nuovi gusti e avere altre aspettative.

Per questo motivo, pensare di iniziare e finire con la stessa strategia è pura pazzia. E ho fatto pure la rima involontaria, tiè!

5. Le persone comprano un’idea, un’emozione, una soluzione e mai un prodotto o un servizio.
In inglese si dice “Sell the sizzle, not the steak”, ossia “vendi lo sfrigolio, non la carne”. Il concetto è proprio questo: l’azienda deve parlare di idee, emozioni, soluzioni perché sono queste le cose che cercano e desiderano le persone.

Tanto per farti capire, (ri)guardati il video con la presentazione dell’iPod fatta dal grande Steve Jobs. Inizia a guardartelo attorno al minuto 15:00 e presta attenzione alle parole di Jobs.

 

6. Le persone ascoltano le altre persone, non le aziende.
Della parola dell’azienda, alla gente non interessa un fico secco. Le persone ascoltano le altre persone. Si chiama riprova sociale non a caso, altrimenti si sarebbe chiamata, che so, riprova aziendale. E invece NO.

7. Le persone sono l’azienda stessa.
L’azienda è o non è fatta di persone? Sono loro l’anima vibrante di ogni brand, che vengano da dentro l’azienda o che siano esterne a essa.

8. Le persone vanno ascoltate, aiutate, amate.
AAA. Semplice da ricordare: ascolto, aiuto, amore. Un trittico per l’appunto facile da memorizzare ma, a quanto pare, meno facile da applicare.

9. Le persone vogliono sentirsi uniche, pur facendo parte di una comunità.
Ciascuna persona vuole sentirsi valorizzata come individuo. Come individuo con tutte le sue peculiarità, i suoi punti di forza, le sue debolezze, le sue paure, i suoi gusti, le sue esigenze…

Il brand che voglia costruire una comunità non deve dimenticarsi che ogni persona deve restare, allo stesso tempo, un piccolo pianeta a sé stante pur facendo parte della stessa galassia di altri.

10. Le persone, senza un brand, possono stare benissimo. Ma non vale il contrario.
Se la Fossil dovesse chiudere i battenti, sarei un uomo distrutto dal dolore. Infatti adoro gli orologi Fossil. Li adoro, ok, ma se Fossil dovesse smettere di produrli me ne farei una ragione. Il problema dovrebbe invece farselo Fossil se dovessi smettere io di acquistare i suoi prodotti per malcontento. Sono solo una persona, è vero, ma ricordi che faccio comunque parte di una comunità?

People have the powa! C’è poco da fare, se non… ricordarsene.

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