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Ipotizziamo che tu, consulente web marketing, oggi, abbia deciso di lavorare al tuo nuovo personal branding. Non dico creare, perché a essere sinceri e pignoli un personal brand non si crea: dal momento in cui tu esisti, infatti, esiste anche il tuo brand personale, per il semplice fatto che parli, scrivi, comunichi e respiri. Un personal brand si può però plasmare, rafforzare, modificare, ottimizzare. Ho detto si può? In certi casi – in molti casi – si deve.

Diciamo dunque che vuoi iniziare finalmente a ottimizzare il tuo personal brand, qualcosa che fino ad ora semplicemente non hai fatto, o che hai fatto senza metodo. Le attività che ti si presentano davanti sono tante e differenti, e potresti effettivamente sentirti un po’ spaesato. In effetti non siamo abituati a dover affrontare delle attività senza delle consegne piuttosto precise. Quando acquistiamo un mobile Ikea per la nostra casa abbiamo un manuale che ci insegna (male) come montarlo, quando ci muoviamo in auto abbiamo un navigatore che ci indica la strada, quando cuciniamo abbiamo delle ricette che ci spiegano passo dopo passo cosa fare, e via dicendo. Certo, spesso ci mettiamo del nostro, ed è lì che ci troviamo con uno sportello che non si chiude, è lì che ci troviamo impantanati in una stradina sperduta di campagna, ed è lì che ci troviamo con dei krapfen buoni per fare il giocoliere. Ma questa è un’altra storia.

Partendo dal presupposto che siamo abituati, nella nostra quotidianità, a seguire delle linee di guida piuttosto precise, ho deciso di creare una mappa da tenere a mente per ottimizzare il tuo personal brand. Potrebbe anche essere una to-do-list, ma in realtà si tratta, in alcuni casi, di azioni da fare una dopo l’altra, e non a caso. Meglio, insomma, una road map fatta da 8 tappe.

Da dove dovresti partire? Quale dovrebbe essere la prima tappa del tuo percorso?

1 – Definisci i tuoi obiettivi

Il primo passo che dovresti fare è quello di definire i tuoi obiettivi. Cosa vuoi raggiungere attraverso l’ottimizzazione del tuo brand personale? C’è chi, per esempio, lavora al proprio personal brand per avere più visibilità sul mercato del lavoro, così da poter essere contattato dai migliori cacciatori di teste. Il consulente di marketing, invece, lavorerà sul proprio brand personale per essere visto come un esperto in una determinata nicchia da un numero crescente di potenziali clienti. Ma come dovrebbero essere nel concreto gli obiettivi?

Dovrebbero corrispondere a dei criteri piuttosto specifici. Prima di tutto – per l’appunto – dovrebbero essere specifici, e non vaghi, non confondibili. L’obiettivo di una squadra di Serie A, per dire, non è quello di “Vincere”, bensì quello di arrivare in prima posizione, di qualificarsi per la Coppa del Nonno, e così via. I tuoi obiettivi devono inoltre essere misurabili, per capire effettivamente se sono stati raggiunti, e a che livello. E poi non devono essere troppo facili da raggiungere, ma d’altro canto nemmeno troppo difficili: meglio essere realistici!

2 – Individua il tuo pubblico

A chi ti rivolgerai? Meglio: chi sarà il pubblico del tuo brand? In base agli obiettivi posti, infatti, dovrai definire in modo esatto quale saranno le persone al quale il tuo brand personale dovrà comunicare. Chi è il tuo cliente ideale? Quali sono i suoi desideri, i suoi gusti, le sue esigenze e i suoi bisogni? Quali sono i canali che privilegia, quali le sue passioni? Dovrai imparare il più possibile sul tuo pubblico, in modo da poter comunicare nel miglior modo possibile nei suoi confronti, per aiutarlo, per incuriosirlo, per fare in modo di diventare un suo fondamentale punto di riferimento associato a una certa tematica.

3 – Definisci il tuo brand

Non basta sapere quello che vuoi raggiungere, e non basta conoscere il tuo pubblico. Devi conoscere anche te stesso, anzi, devi soprattutto conoscere te stesso. I tuoi punti di forza, le tue debolezze, le tue passioni, quello che non ti piace fare, quello che sai e che gli altri non sanno, i talenti che ti possono far svettare sopra gli altri, le esperienze che nessun altro può vantare. Il tuo brand personale non sei tu, e tu non sei il tuo brand personale. Ma, allo stesso tempo, il tuo brand personale è e deve essere costruito su di te, su quello che sei davvero: creare un marchio personale in un modo diverso è faticoso, è inefficace e persino un filino disonesto.

Ecco dunque che devi assolutamente partire da una sincera auto-analisi, per definire il tuo brand, il suo stile, il suo tono di voce e la sua forma.

4 – Sistema il tuo sito web

Ora cominciamo a fare sul serio. Ora sai tutto. Sul tuo pubblico, su di te, sui tuoi obiettivi. Ecco dunque che puoi cominciare a comunicare il tuo brand, a dargli voce. Per farlo è però necessario poter contare su una base solida di atterraggio per i tuoi nuovi contatti, perché è lì, sul tuo sito web, che effettivamente potrebbero avvenire i passi cruciali prima della conversione. Ecco dunque che ti serve un sito web che comunichi il tuo brand – il mio sito web è giallo, parla con il mio tone of voice, e via dicendo – e che dia dei contenuti importanti per il tuo pubblico. Blog post, e-book, podcast, testimonianze: quello che devi creare è un hub centrale, qualcosa che sia alla base della tua presenza online e che allo stesso tempo sia un’estensione del tuo brand.

5 – Prenditi cura dei tuoi profili social

Hai creato un nuovo sito web, o come minimo hai rinnovato, svecchiato e personalizzato il tuo portale già esistente. Avrai scritto quindi una pagina “Chi sono” coinvolgente, una presentazione sintetica ma completa del tuo brand personale. Quella potrebbe essere stata la prima volta in cui hai dato voce alla narrazione del tuo “nuovo” marchio, e quindi al tuo rinnovato storytelling. Dovrai fare lo stesso anche sui tuoi social network, a partire da LinkedIn, nelle sezioni di riepilogo del tuo profilo. Hai presente gli elevator pitch, quei mini-discorsi nei quali, in circa 30 secondi, è necessario presentare al meglio la propria figura professionale? Ecco, le introduzioni dei tuoi profili sui social network devono fare la stessa cosa, usando il tuo tono di voce e il tuo stile, di volta in volta declinati in base alle peculiarità dei diversi universi social (il tuo stile deve restare sempre lo stesso, ben riconoscibile, ma è anche vero che su LinkedIn non si comunica come su Instagram!).

6 – Finalmente, inizia a creare contenuti regolarmente

Blog post, podcast, post su Facebook, foto su Instagram, video su YouTube, libri, guest post, interventi durante conferenze o eventi del settore, chiacchierate su Clubhouse: in ogni caso il tuo scopo deve essere quello di fornire al tuo pubblico dei contenuti di qualità, originali e utili. Parliamo di informazioni che solo tu potresti dare, in grado dunque di rafforzare la tua credibilità. La qualità deve essere alta: questo è l’unico modo per trascinare un lettore fino alla fine di un post, per tenerlo incollato a un podcast episodio dopo episodio, e via dicendo.

7 – Sii coerente

Quando si parla di personal branding, la coerenza deve farla da padrona. Questo perché stiamo parlando di un brand che deve essere sì personale, ma anche autentico e riconoscibile. Un marchio che cambia da un momento all’altro suscita qualche dubbio sulla sua autenticità, e ovviamente, oltre a perdere punti quanto a fiducia, perde punti preziosi anche quanto a riconoscibilità. Devi quindi essere coerente nel tempo, mese dopo mese, anno dopo anno, ma anche tra un canale e l’altro: una persona che ti segue su Facebook deve trovare lo stesso brand nel momento in cui si avvicinerà al tuo podcast, o nel momento in cui siederà in platea a una tua conferenza.

8 – Sii te stesso

Non potevo chiudere che con questo. Come ho detto, tu non sei il tuo personal brand, e viceversa. Il tuo personal brand resta quindi fuori dal tuo ambito familiare, e non sei per nulla obbligato a condividere sui social network le tue domeniche, le tue vacanze e le tue serate. Detto questo, il tuo personal brand sarà tanto più semplice da gestire e tanto più efficace quanto sarà più aderente alla tua persona, senza bugie e senza inganni.

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