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Io sono tra i più grandi sostenitori del podcast. Molto semplicemente, molto sinceramente, penso che i podcast siano degli strumenti estremamente utili. E lo dico da ascoltatore e fruitore di diversi podcast, che mi hanno fatto scoprire, ripassare, approfondire materie e temi in modo davvero ottimale. E lo dico ovviamente anche da podcaster: nel tempo ho realizzato diversi podcast, e ancora adesso mi dedico regolarmente alla registrazione di nuovi episodi. Di più: da tempo il mio essere sostenitore dei podcast è diventato palese, con post e interventi vari tesi a persuadere i consulenti di web marketing – da buon consulente dei consulenti di marketing – a fare altrettanto. Sono infatti convinto che i podcast rappresentino un fenomenale canale di comunicazione e di promozione, e che possano essere importantissimi nella costruzione di un personal brand forte ed efficace.

Perché sono un così grande sostenitore dei podcast? Dei vantaggi di questi strumenti ho già parlato altrove. Di certo, uno dei grandi, grandissimi vantaggi dei podcast è che possono essere ascoltati praticamente in qualsiasi momento e in qualunque luogo. Anzi, ci sono davvero poche attività che non ci permettono di ascoltare un podcast. Ecco quindi che nella nostra quotidianità si creano tanti diversi slot temporali in cui possiamo imparare qualcosa di nuovo, o approfondire temi già conosciuti. Mentre facciamo colazione, per esempio, possiamo ascoltare un podcast che ci spieghi come capire le notizie economiche che sentiremo poco dopo al radiogiornale. Mentre facciamo la nostra corsetta al parco possiamo ascoltare un podcast sul digital marketing, e mentre prendiamo la metro per andare in ufficio possiamo ripassare l’inglese con degli episodi mirati. E ancora, la pausa pranzo, il tragitto in auto per andare a lavoro, la spesa, persino un bagno rilassante possono diventare dei momenti perfetti per ascoltare i podcast che abbiamo selezionato sulla nostra piattaforma di riferimento.

Di fatto, grazie ai podcast, il concetto di tempo sprecato, di fatto, scompare. Persino la coda che facciamo in mensa o al bar in attesa di pagare il caffè può diventare utile, senza mai stare a pensare “a nulla”.

Ma occhio: è davvero questo che vogliamo? Meglio: è di questo che abbiamo bisogno? Me lo sono chiesto un po’ di tempo fa. Il giorno me lo ricordo piuttosto bene: dovevo semplicemente lavare i piatti e rimettermi al lavoro, niente di particolarmente difficile, né strano. Non volevo, però, farlo come un uomo del Medioevo. Ecco allora che mi sono messo a cercare le cuffiette che erano rimaste, ovviamente, nella giacca usata in mattinata. Infilate le cuffie, mi sono accorto che nella mia lista di podcast non c’erano episodi nuovi da ascoltare: ho quindi cercato un nuovo podcast da ascoltare, decisione non semplice, partendo dal presupposto che vivo ogni podcast come una sorta d’impegno. Trovare un podcast interessante significa infatti dedicare a esso, nel tempo, potenzialmente parecchie ore della propria vita. Nel frattempo, mentre sceglievo il podcast, i piatti, le posate e i bicchieri mi guardavano un po’ sconcertati. Morale della favola? Senza l’esigenza di ascoltare un podcast, i piatti sarebbero stati lavati, asciugati e messi al loro posto in circa 70-90 secondi. Con l’esigenza scottante di ascoltare un podcast durante il lavaggio dei piatti – per non sprecare tempo – l’operazione ha preso perlomeno 5 minuti.

Da qui, la domanda: non è che noi uomini moderni, noi persone del terzo Millennio, nella nostra paura di non riuscire a fare tutte le cose che vogliamo a fare, e nella nostra cieca convinzione che la tecnologia ci possa aiutare a organizzare, sfruttare e riempire meglio il nostro tempo, finiamo talvolta per incasinarci la vita dove proprio non servirebbe? Quella tecnologia che ci dovrebbe aiutare a valorizzare ogni minuto della nostra giornata, di tanto in tanto, non finisce invece per porci di fronte a nuovo stress, a nuove decisioni da prendere e a nuovi sprechi di tempo?

Non voglio dire che i podcast sono uno spreco di tempo. Non fraintendermi, non lo direi mai. Sono convinto del contrario. I podcast – quelli fatti bene – sono e restano un ottimo investimento del nostro tempo. Penso però che la persona che fa un ampio, eccessivo utilizzo di podcast sia una persona che rischia di cancellare ogni momento ‘vuoto’ dalla propria vita, il quale invece potrebbe essere molto utile per la nostra sanità mentale sul lungo termine. E penso che talvolta la nostra ansia di non perdere tempo ci porti al contrario a perderne di più. No, non voglio certo dire che ascoltare tanti podcast equivalga a passare delle ore con lo smartphone in mano scrollando le bacheche di Facebook e di Instagram. Ecco, quella sì che è una colossale perdita di tempo. Un piccolo rischio, però, c’è anche con i podcast.

Il mio consiglio agli ascoltatori di podcast, sull’onda di queste considerazioni? Il primo, quello generale, è di assicurarsi di concedere del vero riposo, o svago, alla nostra mente. E intendo svago totale: non parlo del tempo dedicato al sonno, né al tempo speso a imbambolarsi davanti a un reality show. Intendo proprio lasciare a briglie sciolte il cervello, mentre si lavano i piatti, mentre si porta a spasso il cane e via dicendo. Quindi sì, continua ad ascoltare dei podcast, ma accertati di non farlo sempre, di non essere propenso a riempire ogni momento delle tua vita con questa attività: in caso, fai una selezione dei podcast che ritieni davvero importanti, quelli che ti danno davvero qualcosa e smetti di ascoltare tutti gli altri.

Non posso ovviamente esimermi dal rivolgermi anche ai podcaster, ovvero a chi produce regolarmente dei podcast, per lavoro, per piacere o per entrambi. Questo discorso riguarda infatti anche i “produttori”: anche per loro c’è il rischio di andare incontro a “troppo” podcast. In questo caso il rischio è duplice. Da una parte, è possibile che i podcaster finiscano per spendere troppo tempo nel promuovere e dare visibilità alla propria produzione. Ogni giorno nascono nuovi podcast ed è quindi difficile emergere tra tutti e restare sull’onda: ecco quindi che ci si impegna a promuovere i propri episodi sui social media e sui canali dedicati, con newsletter, post e via dicendo, andando a risucchiare il nostro tempo: in questo caso, il consiglio è di dedicare ogni giorno un slot predefinito per la promozione del proprio podcast, per esempio mezz’ora, e disconnettersi – se possibile – per tutto il resto del tempo dai relativi account sui social media. Il secondo consiglio, più perentorio, e di fondo, è quello di produrre solo podcast di qualità, originali, utili, che valgano il tempo speso per la loro stessa produzione, nonché per il loro ascolto.

I podcast, possono davvero aiutarci a valorizzare il nostro tempo. E sì, possono davvero aiutarci a rendere grande il nostro brand. A patto, però, di dare al podcast il valore che hanno e di non dimenticarsi mai l’importanza del “pensare a niente”. 

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