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E così vuoi diventare un consulente, presumibilmente un consulente di marketing in proprio. Probabilmente lavori già in questo campo. Forse lavori all’interno di un’agenzia di marketing, oppure sei all’interno di un reparto marketing di un’azienda piuttosto grossa. E però… però vuoi di più, o meglio, vuoi qualcosa di diverso. Vuoi costruire in autonomia il tuo futuro professionale, vuoi gestire i tuoi clienti in prima persona e vuoi farlo a modo tuo, vuoi che il merito del lavoro sia solo tuo, vuoi gestirti il tempo in modo più libero, vuoi poter selezionare le attività da compiere, vuoi diventare un punto di riferimento nella tua nicchia, e magari vuoi persino guadagnare qualcosina in più.

Ecco, per tutti questi motivi potresti voler diventare consulente. Nessuno ti proibisce di farlo. Anzi, se sei davvero sicuro che questa sia la strada migliore da seguire, conoscendo le tue attitudini, le tue capacità e le tue esigenze, ti invito io stesso a farlo. Ma come diventare consulente a partire da un lavoro full-time? Come porre le basi della tua carriera da consulente solitario partendo da una situazione in cui, per 40 o più ore alla settimana, devi lavorare per altri?

È proprio questa del resto la scusa usata da tanti consulenti wannabe che, alla fine, finiscono per desiderare a lungo di diventare autonomi, senza però decidersi a fare il grande passo. Il classico “vorrei ma non posso”, che però dopo un po’ di tempo diventa in realtà “vorrei… ma non troppo”.

Dunque, come effettuare questo passaggio? Ci sono essenzialmente due vie, che potremmo definire come “salto nel vuoto” (o “tuffo a bomba”, dipende se hai più paura del vuoto o dell’acqua) e “avvicinamento lento”. Qual è la differenza? Ebbene, la prima via è quella con tantissimi svantaggi e pericoli, la seconda via è quella più sensata e più sicura.

Detto così, nessuno dovrebbe avere voglia di seguire la prima via, facendo un salto nel vuoto. E sono pienamente d’accordo, non sono assolutamente qui a cercare di convincerti a seguire la prima strada. Però non posso non nominarla. Il salto nel vuoto consiste nel lasciare il proprio lavoro da dipendente full-time e “diventare” un consulente altrettanto full-time, lasciandosi alle spalle il (lavoro) passato di colpo per avviare in pompa magna la propria attività. Il problema è che, però, ovviamente l’attività di consulenza non parte subito a mille. Come del resto non accade per nessuna attività. Anzi, è bene mettere in conto un bel po’ di mesi di lancio, di crescita e di assestamento prima di trovarsi in una situazione “stabile”.

Chi vuole iniziare da zero come consulente deve quindi mettere in conto dei mesi di difficoltà, con pochi progetti, pochi clienti, molto tempo libero, ansia crescente, entrate ridotte, dubbi a non finire, e via dicendo. Per optare per il salto nel vuoto, insomma, serve una bella faccia tosta, un sacco di fiducia in sé stessi, qualche dato abbastanza certo sul proprio futuro imprenditoriale (forse un accordo pregresso con qualche futuro cliente) e soprattutto una situazione finanziaria che renda possibile passare dei mesi con entrate ridotte o nulle. Insomma, se non hai un discreto conto in banca che sei disponibile a investire o sacrificare per l’avvio della tua attività, se non hai una buona dose di audace imprudenza nel tuo Dna, se non hai un materasso morbido su cui atterrare in caso di fallimento o partenza errata, ti consiglio di percorrere la seconda via.

L’avvicinamento lento è più tranquillo: ansia e rischi vengono ridotti. Non allo zero, certo, ma comunque di parecchio. Ma come si affronta questa seconda via?

Prima di tutto bisogna capire se si è davvero fatti per diventare dei consulenti. E ci sono tanti aspetti da considerare. Prima di tutto: sai essere imprenditore di te stesso? Sai amministrare tempo e budget? Da questo punto di vista non serve assolutamente essere dei geni, ma va detto che ci sono persone pur capacissime che, per loro natura, non hanno nessuno spirito imprenditoriale, e a questo sommano una certa difficoltà nel muoversi in autonomia.

In secondo luogo, al di là della questione imprenditoriale, è bene capire se sei effettivamente una persona adatta per diventare consulente. Il consulente deve avere un’ampia gamma di soft skills: deve essere un buon comunicatore e soprattutto un buon ascoltatore; deve avere una discreta dose di carisma, per poter guidare nella direzione giusta i propri clienti; deve avere capacità di leadership, e via dicendo.

Questi due step devono essere affrontati per capire, con calma, se davvero si vuole diventare dei consulenti: meglio saperlo subito, prima di intraprendere un percorso che non porterà a nulla, o che porterà a qualcosa solo a fronte di enorme fatica, al punto da rimpiangere il proprio posto da dipendente.

Fatto? A questo punto inizia il percorso vero e proprio, graduale, con la propria nascitura attività che si affianca alla propria attività full-time. Prima di tutto, ti consiglio di colmare le tue lacune: qualsiasi sia la tua attività precedente, avrai quasi sicuramente delle mancanze da eliminare su questo o su quell’altro aspetto. Il consulente è un esperto, e un esperto deve aggiornarsi continuamente. Iniziare con un po’ di studio ti farà del resto capire che la tua attività dovrà sempre prevedere del tempo e delle energie da dedicare alla formazione continua.

Fatto questo, potrai effettivamente calendarizzare il lancio della tua attività, che non dovrebbe iniziare prima di avere messo da parte i guadagni per poter lasciare il lavoro da dipendente con le spalle coperte. Il mio consiglio è di mettere da parte una somma sufficiente per vivere per 4-6 mesi senza nessun problema economico, calcolando spesa, affitto, benzina, bollette e via dicendo. Così facendo saprai che, quando arriverà l’ora di lanciare la tua attività di consulenza come attività principale, lasciando il vecchio lavoro, potrai farlo senza angoscianti preoccupazioni economiche.

E poi? Poi, mantenendo ben stretto il tuo “vecchio” lavoro, dovrai iniziare a fare network, per costruire il tuo pubblico di riferimento. Puoi farlo al bar, su LinkedIn, via WhatsApp, su Facebook, nella sala caffè dell’azienda, nelle fiere del settore, nelle conferenze, in direzione di amici, colleghi, parenti, conoscenze alla lontana, vecchi clienti, etc. L’importante è stabilire dei contatti con persone che potrebbero essere utili per il tuo futuro imprenditoriale.

Una volta preparata la rete di contatti, comunica loro la tua intenzione di diventare consulente. Spiega quale sarà la tua nicchia di riferimento, quali saranno i progetti che intendi seguire, quali saranno le competenze, le esperienze e gli strumenti che offrirai ai tuoi clienti, e così via. Inizia a condividere contenuti di qualità su LinkedIn o attraverso il tuo neonato sito web, fai sentire la tua voce, e inizia a presentarti come esperto e possibile punto di riferimento.

Per il primo periodo, quindi, il mio consiglio è quello di limitarti a fare networking, preparando il campo per quello che verrà: un’ora al giorno potrebbe essere assolutamente sufficiente.

Quando ti sentirai pronto dovrai invece iniziare a fare delle offerte. Avvicina dei clienti potenziali, e chiedi degli incontri per informarti sulla loro situazione, sui loro problemi, e offriti per risolvere quelli che ricadono tra le tue competenze. E sì, in quel momento potrai effettivamente iniziare ad essere un consulente, dapprima part-time, fino a quando avrai raccolto un numero sufficiente di progetti per – finalmente – lasciare il tuo vecchio lavoro, con relativa sicurezza.

No, te lo dico subito: il momento perfetto per lasciare il lavoro e diventare consulente non esiste. Considera le entrate a breve termine della nuova attività, considera la risposta del pubblico, considera il tempo a tua disposizione, e quando ti sentirai quasi pronto, lanciati, sapendo che non ti sentirai mai più pronto di così!

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