Il canale Telegram ufficiale di Alessandro Mazzù

“Think Small”: come ben sanno tutte le persone che lavorano nel campo del marketing e della pubblicità, questo è uno degli slogan più famosi di sempre. Un po’ irritante, certo, fuori dagli schemi, ma dannatamente efficace: si tratta ovviamente della campagna creata dal grande William Bernbach con la sua agenzia DDB per il Maggiolino Volkswagen, nel 1959. Pensare in piccolo è qualcosa a cui siamo abituati poco o nulla, e risiedeva proprio in questo elemento, già allora, il carattere rivoluzionario della campagna pubblicitaria.

Talvolta smetterla di pensare in grande, di pensare che di più è meglio, sarebbe sicuramente una cosa buona e giusta. Praticamente in qualsiasi attività umana: nell’arredo della casa, nel consumo di energia, nelle ore lavorate. E sì, perfino nel mondo del podcasting. Generalmente si è portati a pensare che produrre episodi singoli lunghi 30, 40 o più minuti voglia dire garantire al pubblico contenuti di alta qualità. E sì, certo, in 40 minuti si può dire molto più di quanto si potrebbe dire in 5 minuti. Ma da lì a dire che una produzione che opta per episodi di pochi minuti sia già in partenza qualitativamente inferiore a una che opta per formati più lunghi è tutta un’altra storia.

A questo va poi aggiunto il fatto che non sempre il pubblico di ascoltatori è disposto a dedicare a un podcast 20, 30 o 40 minuti del proprio tempo, finendo per iniziare un episodio e non finirlo, o per ascoltarlo in più riprese, perdendo forse il filo del discorso. Questa è una delle tante ragioni per le quali può avere senso parlare dei mini-podcasting.

Si tratta di un termine nuovo, poco usato, che forse hai sentito poco. Si è iniziato a usare oltreoceano da poco, per indicare tutte quelle produzioni podcast che scelgono di pubblicare solamente contenuti brevi, tendenzialmente sotto ai 5 minuti, talvolta anche minori. La necessità di trovare un termine per questi particolari podcast è nata dalla loro diffusione sempre più importante. Si calcola infatti che più della metà dei podcast prodotti presenti una lunghezza media degli episodi compresa tra i 30 e i 60 minuti; si sa che i mini-podcast quotidiani sono circa l’1% del totale dei podcast pubblicati attualmente, ma che però sono in grado di conquistare da soli il 10% dei download (questo è quello che sta accadendo negli Stati Uniti, a partire dal successo di podcast come The Daily).

Io apprezzo particolarmente il formato breve. Certo, il mio podcast dedicato ai Consulenti di Web Marketing presenta episodi di durata media compresa tra i 7 e i 10 minuti, ma il mio podcast dedicato al Minimalismo, per esempio, non supera praticamente mai i 2 minuti e mezzo di durata, e conta oltre 90 episodi in questo momento. Insomma, posso dire di essermi già confrontato con il mini-podcasting, e di conoscerne i vantaggi e le caratteristiche peculiari.

Perché quindi dovresti prendere in considerazione il mini-podcasting? Prima di tutto può essere un’ottima idea pensando a quelle che sono le esigenze quotidiane del pubblico al quale puoi riferirti. Molte persone ascoltano i podcast in corrispondenza di attività molto brevi: pensiamo a chi ascolta il podcast la mattina, mentre porta fuori il cane per una prima breve passeggiata, o a chi si mette le cuffie mentre fa colazione. Persone di questo tipo potrebbero certamente apprezzare degli episodi brevi rispetto a dei podcast full-long.

Produrre episodi brevi permette inoltre di pubblicare un numero maggiore di contenuti, arrivando perfino in certi casi a una pubblicazione quotidiana, la quale potrebbe essere la via migliore da seguire nel caso di produzioni specifiche (penso ai podcast che parlano di attualità, ma anche di life coaching, di fitness e via dicendo). Ovviamente non bisogna pensare che pubblicare un nuovo episodio al giorno voglia dire dover registrare effettivamente dei contenuti nuovi ogni 24 ore: con un po’ di organizzazione, un podcaster esperto e con le idee ben chiare in testa potrebbe persino pensare di registrare tutti i propri mini-episodi, da 2 o 3 minuti l’uno, in un’unica sessione settimanale da circa 3 ore.

Ma fare mini-podcasting non deve voler significare per forza pubblicare tantissimi contenuti. Si può benissimo scegliere di produrre episodi da 3 minuti l’uno e pubblicarne 1 o 2 alla settimana, tenendo in considerazione anche eventuali “binge listening” da parte di nuovi ascoltatori che vorranno recuperare tutti gli episodi precedenti in un’unica sessione.

Insomma, quanto a durata degli episodi, nel mondo del podcast, non ci sono limiti: ci sono vantaggi nel produrre episodi lunghi, e ci sono vantaggi anche nel produrre episodi corti. Nessuna di queste due strade esclude la possibilità di successo. L’importante, ovviamente, è avere realmente qualcosa da dire, essere coerenti nel tempo e offrire contenuti di alta qualità.

Share This