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L’ho scritto su queste pagine più volte: il podcast è lo strumento ideale per fare personal branding. E lo è per tanti motivi che ho già elencato altrove, e che voglio riassumere qui. Lo è perché il podcast garantisce un’alta facilità di fruizione per il tuo pubblico, che potrà ascoltare i tuoi episodi in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, a patto di avere a disposizione un buon livello di concentrazione: durante la corsa al parco, in treno, mentre si cucina, mentre si riordina la casa, mentre ci si fa la barba. Ognuno di questi momenti è buono per ascoltare un podcast in completa tranquillità e serenità.

Ma anche – e soprattutto – perché il podcast permette di creare una relazione particolare e molto forte tra ascoltatore e podcaster. Certo, con il tempo nasce una relazione forte anche tra blogger e lettore, non dico certamente di no; ma una cosa è leggere le parole scritte da qualcuno, un altro è “ascoltare” le parole dette da qualcuno, con la sua voce, certamente più umana e naturale di una parola scritta. Il rapporto che si crea nel mondo audio è più immediato, ma anche più intimo, più diretto, con gli ascoltatori che dopo tre o quattro episodi sentono di ‘conoscere’ chi parla al microfono, come se quello fosse lì al loro fianco mentre si fanno la barba, mentre prendono il treno, mentre cucinano o mentre fanno jogging (anche se sì, lo ammetto, ci vuole uno sforzo di fantasia notevole per vedere un podcaster come il sottoscritto correre al tuo fianco per chilometri e chilometri. Ma non impossibile!).

Infine, non è da dimenticare il fatto che il mondo dei podcast è in continua e velocissima crescita, in termini di canali ma anche e soprattutto di pubblico. Il futuro, insomma, è audio!

E questo è da correlare al fatto che l’intero mondo audio – non solo quello dei podcast – è andato crescendo negli ultimi tempi. Questo perché, e l’hanno capito in tanti, l’audio riesce a coinvolgere più delle parole scritte, e più del video (qualche settimana fa ho pubblicato qui un post in cui ho presentato uno studio effettuato su 109 volontari, che dimostra il come, il perché e il quanto di questo fenomeno). L’audio fa sempre più parte delle nostre vite, e a dimostrarlo è il velocissimo successo di Clubhouse, ma ancor prima e parallelamente il grande successo di dispositivi e tecnologie come Google Home e Alexa. E la sensazione è che questo sia solo l’inizio.

Non stupisce che questa nuova rivoluzione orale sia accompagnata da un nuovo modo di intendere il marketing e in particolare il branding: c’è chi, negli ultimi anni, ha iniziato a parlare di audio branding, o di sonic branding. Come “suona” un brand? È una domanda importantissima, e lo sarà sempre di più, che richiede una riposta che comprende quanto abbiamo detto sopra riguardo al mondo del podcast, e tanto, tantissimo altro. Pensa semplicemente al fatto che sempre di più, nei prossimi anni, le ricerche sui motori di ricerca verranno fatte pronunciando le query, e non digitandole; e pensa a quanti acquisti su e-commerce verranno fatti semplicemente pronunciando frasi del tipo “Alexa, comprami del detersivo per lavastoviglie”. L’audio è e sarà sempre più importante, da diversi punti di vista, probabilmente anche in aspetti che oggi non abbiamo considerato.

Ecco quindi che le aziende devono e dovranno domandarsi qual è la voce del proprio brand: è quella di un saggio uomo anziano, di una severa allenatrice, di un rude boscaiolo, di una divertente pasticciera, di un surfer smaliziato? Per le aziende non sarà sempre immediato tradurre in audio tutto quello che per anni è stato pensato in termini di parole scritte: sarà necessario effettuare questo passaggio tenendo d’occhio la coerenza dell’operazione.

Per un personal brand questo step deve essere ovviamente più semplice: il tuo brand non può che suonare con la tua voce. Ma attenzione, per creare un podcast di qualità anche la voce va allenata e modulata, per essere più chiari e più piacevoli da ascoltare, per avere più carisma, per essere più professionali, e via dicendo.

Non bisogna peraltro pensare che il suono del tuo brand si esaurisca unicamente nella tua voce. Nossignore: ci sono brand che non hanno una “voce” precisa, ma che allo stesso tempo hanno un suono estremamente conosciuto. Pensa ai celebri suoni di avvio di Windows, pensa al suono di accensione della console X-Box, pensa al logo-sound di IBM, alla musichetta di McDonald’s, al sonoro del logo animato di Netflix, al ruggito del leone dei film della Metro Goldwin Meyer, e via dicendo. Gli esempi che potrei fare sono infiniti.

E non è un caso se si parla di logo-sound, oppure di sound-logo: quella manciata di secondi di audio sono pensati per essere immediatamente riconoscibili, per richiamare alla testa quel preciso brand in un istante, così come dovrebbe fare un buon logo grafico. Ecco perché per fare branding in modo efficace, oggi, è bene mettere a punto un logo sonoro chiaro, breve, di qualsiasi tipo (dalla melodia al suono più semplice) da mettere in relazione al brand, per poi creare una libreria di corporate sounds dalla quale attingere di volta in volta per creare il proprio materiale multimediale. Se un tempo ci limitavamo a definire palette cromatica e font per un brand, ora è bene pensare anche a questo.

E tu dovresti fare lo stesso nel costruire il tuo personal brand, pensando anche alla parte audio, al di là della voce in quanto tale che usi o che userai nel tuo podcast. Cosa dovresti fare in tal senso?

Prima di tutto, devi migliorare la tua voce non solo in pre-produzione, con allenamenti ed esercizi specifici, ma anche in produzione e in post-produzione. Questo significa che la tua voce dovrebbe essere registrata con dei buoni microfoni, e non semplicemente con il microfono del tuo smartphone o del tuo pc, pensati per mandare messaggi audio o per delle videochiamate, ma non certo per creare prodotti audio di qualità. Un investimento di poche decine di euro è sufficiente per fare una differenza importante a livello di risultato! L’obiettivo è quello di presentare agli ascoltatori una voce pulita, chiara, piacevole, senza eco o disturbi. Potrai inoltre migliorare il risultato con degli appositi strumenti in fase di post-produzione, sapendo però sempre che questi tools non permettono di fare miracoli: una voce registrata male non potrà mai essere trasformata in qualcosa di soddisfacente.

E poi? E poi, sempre all’interno del tuo podcast, puoi scegliere di inserire della musica in background. Come fare? Prima di tutto, questa scelta va fatta solamente a patto di gestire questa operazione in modo professionale e coerente, scegliendo della musica adatta e impostandola al meglio. Il volume della musica in sottofondo deve essere abbastanza forte da creare l’atmosfera voluta, ma allo stesso tempo sufficientemente debole da permettere alla voce dello speaker di svettare sempre e comunque, in modo chiaro, senza mai costituire un disturbo o una distrazione. É poi possibile optare per alzare il volume della musica nelle pause tra un parte del discorso e quella successiva, per staccare, per dare enfasi, per creare suspense: dipende da qual è il tuo obiettivo. Non va peraltro poi dimenticata la questione dei permessi: è necessario infatti creare della musica inedita, oppure chiedere l’autorizzazione per l’uso di musica protetta dai diritti d’autore, oppure usare della musica libera da diritti.

Credi che quanto detto fin ora sia troppo complesso da gestire? Da un paio di mesi o poco più ho creato un canale su YouTube nel quale spiego in modo pratico e concreto come fare Podcast, fornendo un aiuto in tutti i passaggi. Prova a dargli un’occhiata, pubblico un video a settimana. Sono certo che se lo seguirai con attenzione, il mondo del Podcast non sarà più così sconosciuto per te.

Non è tutto qui. Puoi fare infatti un passo in più, riprendendo e mettendo in pratica quanto detto sopra. Puoi rendere immediatamente riconoscibile e memorabile il tuo podcast creando un tuo logo audio, che in questo caso potrebbe diventare un vero e proprio jingle, breve o brevissimo, da inserire all’inizio e/o alla fine di ogni episodio. Ovviamente il logo audio deve essere coerente, quanto a carattere, con il tuo della tua voce, con il tuo stile, con gli argomenti trattati, con la musica di background e via dicendo.

Spero di averti spiegato in modo sufficientemente chiaro ed efficace quanto sia importante pensare al mondo audio quando si parla di personal branding e di branding in generale: non ti resta che iniziare a lavorare per fornire al tuo brand il suono che merita!

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