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In Italia, stando a una ricerca firmata NielsenIQ, si contano in tutto 14,5 milioni di ascoltatori di podcast. Un’indagine Ipsos condotta a luglio 2021 stimava che nel mese precedente almeno 9,3 milioni di persone avessero ascoltato almeno un podcast. Di anno in anno questi numeri continuano a crescere, tanto da spingere il mondo dell’informazione a dei piccoli cortocircuiti: nel 2019 trovavamo articoli che affermavano senza dubbio che quello era l’anno dei podcast, nel 2020 pure, e nel 2021 ancora, e sì, anche il 2022 è già stato celebrato come l’anno dei podcast.

In effetti 14,5 milioni di ascoltatori è un numero gigante. Pensa che in Italia si contano 4,6 milioni di praticanti di calcio, che Netflix in Italia conta 4 milioni di utenti, che la prima serata di Sanremo 2022 è stata guardata da 10,9 milioni di spettatori. Insomma, Sanremo è Sanremo, ma il podcast è il podcast.

E si tratta di un successo internazionale: basti pensare che, stando a un’indagine Edison Research, il 51% degli statunitensi al di sopra dei 12 anni ha ascoltato almeno un podcast nelle propria vita, con più di 144 milioni di ascoltatori negli USA.

Con questi numeri, con la crescita continua e stabile – che ha quindi dato mostra di non essere una meteora, né una moda passeggera – non stupisce che ci siano delle persone che stanno accarezzando l’idea di trasformare il podcasting in un lavoro vero e proprio, e quindi di mettere a reddito l’attività di produzione e cura del podcast.

 

Potremmo dividere il mondo dei podcaster in tre grandi gruppi, in base all’obiettivo principale dell’attività intrapresa.

 

1. In molti producono un podcast principalmente per passione. Parlo di tutte quelle persone che producono un podcast che non ha nulla a che fare con la propria professione presente, e che probabilmente non avrà nulla a che fare con la propria professione futura: potrebbe essere il caso, per esempio, di un giovane studente di ingegneria che dedica due ore alla settimana per gestire un podcast dedicato ai grandi match del tennis, o quello di una casalinga che gestisce un podcast dedicato al mondo della pasticceria. O viceversa.

2. Il secondo gruppo è costituito da tutte quelle persone che usano l’attività di podcasting come un prezioso canale di promozione. Il blogger, il freelance, l’azienda, il giornalista, il consulente e tantissime altre figure possono sfruttare i podcast per avere un nuovo e decisamente efficace mezzo di comunicazione, che è ottimo sia per fare branding che per fare personal branding.

3. C’è infine un terzo gruppo, decisamente più ristretto rispetto agli altri due, che raggruppa tutte quelle persone che decidono di fare podcasting con l’obiettivo di monetizzare l’attività, ovvero di guadagnare soldi grazie all’attività di podcasting, in modo diretto. Certo, non ci sono dubbi, anche il consulente e l’azienda che usano i propri episodi audio per promuovere i propri servizi sfruttano questo canale per fare soldi, ma in modo indiretto. Semplificando al massimo, è come il negozio di motoseghe che realizza uno striscione promozionale da esporre agli eventi sportivi locali: il fine ultimo di quello striscione è aumentare le vendite e quindi il fatturato del negozio, ma non si può certo dire che quello striscione porti soldi in modo diretto.

Con il podcasting, invece, è possibile generare direttamente dei guadagni. In molti l’hanno capito, e una parte di questi ha deciso di mettersi effettivamente in gioco. Ma come si può trasformare il podcasting in una fonte di reddito, tale magari da diventare, un domani, un vero e proprio lavoro, capace perfino di diventare a tempo pieno e da restituire delle entrate consistenti e continue?

Di certo non c’è una formula magica, e non c’è nemmeno un insieme di regole che, se seguite una dopo l’altra, garantiscono il successo. Se fosse così, infatti, in Italia si conterebbero migliaia e migliaia di podcaster a tempo pieno.

Ma ci sono sicuramente alcuni consigli che posso darti per fare soldi con il tuo podcast: te ne presento 9. Avrei potuto fare 10, certo, ma il decimo sarebbe stato “fuffa”. Meglio quindi rinunciare alla cifra tonda ed elencare solo i consigli davvero efficaci!

 

Come trasformare il podcasting in un lavoro: 9 consigli

 

1- Qualità, qualità, qualità

Sul fatto che questo primo consiglio sia banale non ci sono dubbi. Però è anche vero che ci sono tanti podcaster che, nel momento in cui vogliono fare il salto in avanti e trasformare il proprio podcast in una fonte di reddito, puntano tutto sulla quantità. L’obiettivo è quello di avere più ascoltatori, più ascolti, e allora l’istinto è quello di registrare di più, realizzando più episodi, e magari più podcast. Ma attenzione, nessuno dice che pubblicare 2, 3 o più episodi alla settimana possa garantire più ascoltatori.

Anzi, a guardare bene quali sono i podcast più ascoltati, con più ascolti e quindi probabilmente anche con più entrate, si scopre che che a contare è la qualità, e non la quantità. Vuoi dedicare più tempo e più impegno al tuo podcast? Anziché concentrarti sulla quantità di episodi, concentrati sulla qualità, per pubblicare episodi di alto o altissimo livello in fatto di contenuti, qualità del suono e cura dei dettagli. Per aumentare il numero di episodi ci sarà tempo in futuro, quando avrai conquistato una buona fetta di pubblico.

 

2- Invita degli ospiti

Invitare degli ospiti è uno dei modi migliori per allargare il tuo pubblico di ascoltatori, perché è proprio in base al numero di ascolti che è possibile guadagnare e guadagnare di più con questo strumento. Invitando dei guest si avrà la possibilità di lasciare che sia qualcun altro ad allargare la propria audience: gli ospiti hanno infatti tutto l’interesse nel trascinare una parte del proprio pubblico verso il podcast che li ospita. Spesso è proprio in corrispondenza di episodi speciali con dei guest che il proprio seguito aumenta di colpo.

 

3- Sponsor e advertising

Di certo quello di inserire della pubblicità all’interno dei propri episodi è il primo e più conosciuto modo per monetizzare la propria attività di podcasting. Del resto ci hanno insegnato a pensarla in questo modo i programmi radiofonici, i programmi televisivi e via dicendo. Come sopravvive una televisione privata che non prevede un canone o un abbonamento? Semplice, con la pubblicità, che può essere di vario tipo.

Ci sono gli spot veri e propri, che sono delle pubblicità esplicite, o delle sponsorizzazioni più velate, meno impattanti, ma comunque segnalate e ben retribuite. Lo stesso può essere fatto con il tuo podcast. Puoi fare dell’advertising vero e proprio, classico, registrando per esempio un pre-roll o un post-roll di circa 15, 30 o più secondi in cui pubblicizzi un prodotto o un servizio. Un podcaster attivo nel mondo della pasticceria potrebbe per esempio fare un pre-roll di 30 secondi su un particolare tipo di tappetino in silicone per la cottura in forno, e un post-roll di 60 secondi su un nuovo robot per la cucina. Ovviamente le effettive entrate dipenderanno dal contratto fatto con l’azienda sponsorizzata e dal numero di ascoltatori o di download: di solito si parla di una cifra garantita ogni 1.000 ascoltatori. Questa cifra cambia in base al settore di riferimento, alla grandezza della nicchia, al prodotto sponsorizzato e via dicendo, con una forbice che può essere davvero molto ampia. A livello internazionale si parla di un CPM di circa 25 dollari per dei pre-roll o post-roll di 60 secondi. La rete di podcast The Ringer, nel 2018, avrebbe per esempio raccolto 15 milioni di dollari in ad revenue, a fronte di 420 milioni di download.

Sono soldi reali, diretti, ma si capisce anche che è necessario avere tantissimi ascoltatori per poter effettivamente trasformare un’attività di podcasting in un reddito mensile vero e proprio. Detto questo, ci possono essere anche delle sponsorizzazioni meno impattanti, con contratti di volta in volta diversi con delle aziende: l’importante in ogni caso è avvisare il proprio pubblico che si sta facendo una pubblicità!

 

4- Affiliate Marketing

Indubbiamente, insieme alle sponsorizzazioni classiche, l’affiliate marketing è un altro ottimo modo per guadagnare direttamente con l’attività di podcasting. L’affiliate marketing è un mondo al tempo stesso molto complicato e molto semplice. In parole povere, si parla del promuovere offerte, sconti o coupon di business terzi, assicurandosi un piccolo compenso per ogni acquisto effettuato conseguentemente dai propri ascoltatori.

Esistono tantissimi diversi programmi di affiliazione, tra i quali scegliere in base ai temi trattati, al tipo di pubblico e via dicendo. Esistono i programmi di affiliazione Amazon, eBay, Fiverr, Udemy, Booking e così via.

 

5- Vendere dei corsi

Occhio: il semplice fatto di essere un podcaster non ti dà assolutamente il diritto né le competenze per diventare un insegnante, certo che no. Ma mettiamo caso che tu sia un esperto in un determinato campo, che ci sia un pubblico abbastanza vasto interessato a quei temi, e che tu abbia già dato prova di essere in grado di realizzare un podcast di qualità su quegli argomenti.

Ecco, dati questi presupposti, c’è la possibilità – ma non la certezza, sta infatti a te verificarlo – che lì fuori ci siano anche delle persone disposte a pagare di tasca propria (quindi senza passare per sponsor o affiliate marketing che convertano l’interesse del pubblico in soldi) per ascoltare quello che hai da dire.

A quel punto potresti mettere a frutto tutte le skills sviluppate nel creare e gestire il tuo podcast, come l’uso corretto della voce, la registrazione efficace, l’editing e via dicendo, per realizzare dei corsi di qualità. E sì, qui la qualità è assolutamente fondamentale: quando si offrono dei corsi a pagamento è possibile puntare a un pubblico molto ristretto, e comunque avere la possibilità di guadagnare abbastanza per coprire tutti gli sforzi fatti.

 

6- Donazioni

Anche questo è un metodo molto diffuso per fare soldi con il proprio podcast: parlo delle donazioni, ovvero del supporto economico spontaneo da parte degli ascoltatori. Qui di fatto tutto è nelle mani del proprio pubblico, tutto quello che può fare il podcaster è dare dei contenuti di alta qualità, capaci di conquistare l’audience, tanto da muovere qualcuno a fare quel passettino in più e a donare 5, 10, 20 o 50 euro al proprio podcaster preferito.

Bisogna mettere subito in chiaro una cosa: ci sono tantissime persone che, per quanto un contenuto possa essere buono, utile e originale, non si sogneranno mai di “pagare” per qualcosa che è gratuito. Ma una frazione del pubblico potrebbe comunque decidere di fare questo passo.

Attivarsi per rendere possibili delle donazioni è facile: basta attivare un account su piattaforme come Patreon e annunciare la cosa – nel modo giusto – durante gli episodi. Un metodo molto diffuso per ringraziare i propri sostenitori è citarli nell’episodio seguente, cosa che tra l’altro è molto efficace anche per reclutare nuovi donatori.

 

7- Contenuti premium

Contenuti premium e donazioni potrebbero andare di pari passo, e spesso è infatti così. Si potrebbero infatti promettere ai propri ascoltatori dei contenuti premium a fronte di una donazione o di un pagamento online. E qui si può andare di fantasia: si può trattare di un episodio speciale del podcast, di un’intervista a un personaggio famoso del settore, di una narrazione del dietro le scene, di un episodio dedicato alle domande e risposte fatte dal pubblico, una versione video di un episodio audio e così via.

 

8- Organizzare eventi

Qui sarò breve, perché ci sarebbe in realtà troppo da dire. Organizzare eventi può essere un buon modo per trasformare l’attività di podcasting in reddito: grazie all’eco della propria produzione su un determinato tema si potrebbe organizzare una conferenza, con ingresso a pagamento, sponsor e via dicendo.

 

9- Scrivere un libro

Anche qui sarò breve, ma questa volta perché il collegamento da fare è semplice: avere un podcast di successo significa avere un vasto pubblico, parte del quale sarà disposto ad acquistare un tuo libro sul medesimo argomento. Come sappiamo, fare soldi nel campo dell’editoria non è semplice, perlomeno non all’inizio. Ma non potevo certo trascurare questa possibilità!

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